ARTISTI E MUSE DIMENTICATI. FRANZ LUDWIG CATEL, VITTORIA CALDONI E IL GIOVANE FULVIO MEROLLI
Si è svolta la
settimana scorsa alle scuderie Aldobrandini di Frascati la manifestazione di premiazione
delle borse di studio Franz Ludwig Catel.
Non tutti sanno, ne sapevano in sala,
che anche un giovane scultore tusclano, Fulvio Merolli, l’ ha vinto qualche
anno fa(di lui ricordo il bassorilievo per le Scuole Pie e la scultura
realizzata con altri artisti a Villa Sciarra intitolata Megatterre). Come del
resto difficile è stato capire, nel contesto della premiazione chi fu Catel e l’eventuale
legame col territorio tuscolano. Ma chi era Franz Ludowig Catel? Per chi non è
riuscito a saperlo l’altra sera Catel(1778-1856), berlinese, figlio di un giocattolaio
si stabilì a Roma nel 1811 trovando la sua fortuna di pittore e chi oggi si
trova a passeggiare per Trastevere, può imbattersi in quel Pio Istituto Catel
che il pittore tedesco volle eretto proprio con il suo patrimonio e che dal
1873 aiuta, con il nome artisti tedeschi ed italiani, promuovendo concorsi e
borse di studio. E che oggi espone nelle sue sale il noto ritratto della
celebre modella albanese Vittoria Caldoni, sino a qualche anno fa in
esposizione alla Galleria Nazionale d’Arte moderna.
Catel arriva a Roma e, come
tanti artisti tedeschi di allora, ne subisce il fascino: sia per le memorie
archeologiche che per i paesaggi naturali e umani. Roma sarà la sua seconda
patria che impone al pittore di scegliere la via del «vero», ossia della verità
urbana e campestre, dipinge en plain air ma realizza anche molti ritratti. Vicino
alla cerchia dei cosiddetti “ Nazareni”, Intimo amico del principe Ludwig di
Baviera, che, a Roma, amava frequentare informalmente gli artisti tedeschi,
organizzando piccole feste, Catel lo ritrasse in un'osteria a brindare con i
suoi amici, tra i quali anche lo scultore Thonvaldsen. Specializzato in vedute
di Roma e di Napoli; presto, la particolarità della luce e dei colori scelti,
assicurarono all' artista un notevole successo. Le scene allegre e divertenti,
di molti dei suoi quadri, piacquero alla ricca clientela internazionale. Oltre
a numerosi viaggiatori tedeschi, inglesi e francesi, anche le case reali
bavaresi e prussiane figuravano tra gli acquirenti dei suoi lavori. Insieme
alla moglie Margherita, Catel, potè permettersi, nel 1818, una grande casa di
rappresentanza a Piazza di Spagna. Numerosi letterati e artisti di tutta Europa
frequentavano il salotto dei coniugi. Per molti di loro il pittore
fungeva anche da Cicerone. Dal 1815 Catel promosse un fondo di sostegno per gli
artisti tedeschi e nel 1845 partecipò alla fondazione del Deutsche
Kunstlerverein (Associazione per gli artisti tedeschi) del quale divenne
presidente dal 1852. Altri dipinti esaltano invece l’aspetto della natura più
irruento, Catel associa i sentimenti sublimi alla rappresentazione del mare
agitato e Napoli costituisce lo scenario ideale dove ambientare le scene di
passione più forti: coppie di amanti ed immagini dense di pathos tragico
come quella della famiglia del pescatore disperso dalla tempesta.
Nei ritratti
e negli studi di figura l’artista ricercò una bellezza femminile di ispirazione
raffaellesca: d’intonazione precocemente romantica e di revival
medievale. Monaci e cavalieri crociati, inseriti in paesaggi notturni e
silenziosi ed architetture spoglie, furono un soggetto che incontrò un grande
successo, spingendo il pittore a replicarli più volte. Catel fu tra i primi a
trattare il tema di attualità storica della guerra di liberazione balcanica,
rivolgendosi con un interesse per l’esotico alla rappresentazione di personaggi
nei loro costumi tipici locali. Le vedute delle tenute che Catel aveva
acquistato nei pressi di Macerata e di Ponte Milvio, realizzate intorno alla
metà del secolo, negli ultimi anni di attività del pittore, rivelano una
profonda influenza di Philipp Hackert, pittore fra i più rinomati a Roma,
ammirato anche da Goethe che ne scrisse la biografia: l’orizzonte basso conduce
lo sguardo fino in lontananza lungo la campagna, l’atmosfera è dolce e serena,
la vegetazione descritta con cura e precisione botanica.
Vittoria Caldoni |
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