DALLA REGINA DI SARDEGNA AL CUSTODE DI TUSCOLO,LA STORIA DELLA CASINA FIRMATA VOSS


“Proprio in alto(….) sul sito dell’antico foro, si trova una casetta che non ha l’eguale al mondo. L’ha costruita Luciano Bonaparte quando il Tuscolo gli apparteneva; e si dice che la Regina di Sardegna(…) ne avesse fatto una sala da tè. (….)Una sera che andammo insieme a cavallo fino al Tuscolo, mi condusse lì. E lo fece in modo tale che mi ritrovai d’improvviso davanti a una parete della casa. (…) di fatto in quella parete vi sono più statue, ornamenti e resti di marmo che mattoni. Alcune figure si sporgono dal muro e danno l’impressione di emergere dalle pietre come spiriti. Una mano enorme serrata come in una lotta mortale spunta fuori…
Ma soprattutto vi è un volto terribile: il volto pallido di una giovane tenera donna. Solo il capo emerge dolorosamente dal muro. Orrore, terrore e paura della morte le hanno fatto spalancare gli occhi. Ella sospira, geme si lamenta, urla. Si sforza di uscire ma è murata: vuole vivere ma deve morire.(….) Cola mi condusse alla porta, mi prese in braccio e mi portò oltre la soglia. (…) afferrò una ciotola colma di fiori e li sparse davanti a me come fossi una regina vittoriosa.
Il mio amato ha arredato per noi questa strana casa. Stuoie giapponesi rivestono le pareti e ricoprono il pavimento, suppellettili belle e gradevoli sono sparse tutt’intorno. Le finestre sono velate di seta bianca.”
                                                                                                                                                  ( Richard Voss)   
 Il testo è tratto dal romanzo di Richard Voss, Villa Falconieri, che grazie alla bella traduzione di Agnese Nobiloni, dopo oltre 120 anni dalla sua composizione, è stato pubblicato dalla casa editrice Empiria. Un’avvincente una stori a d’amore e d’inquietudine  che fa di Villa Falconieri un crocevia di gusti e culture vere e romanzate. Lo scrittore tedesco, molto noto come drammaturgo in quegli anni, descrive tutto della villa, minuziosamente. Il suo sguardo affascinato della luminosità e dalla calma dei luoghi ne fa uno scenario perfetto per gli amori dei  protagonisti: Cola Campana, Viviana e Maria. Prendono forma  nelle pagine i sentieri, i boschi, il laghetto, il Tuscolo, le ginestre, i gigli e le viole che ricordano tante opere pittoriche  dello Jugendstil.


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