MAGICI PAESAGGI TUSCOLANI DIPINTI DA ILLUSTRI PENNE/KAREN BLIXEN

I Castelli Romani e Frascati sono stati spesso scenario in cui ambientare racconti, romanzi e novelle o più semplicemente in cui, gli scrittori, hanno fatto muovere personaggi fantastici o reali. Così è per l’intrigante Pellegrina Leoni, nata dalla penna di KAREN BLIXEN nel 1934. La scrittrice danese (1885-1962), di cui ricorre quest’anno il cinquantenario della morte, con una vita complessa ed avventurosa che si riflette nella sua opera più nota: La mia Africa, visitò Roma per la prima volta nel 1914 con il fratello Thomas. La scrittrice si rivela al mondo letterario a cinquanta anni, clamorosamente, negli anni '30 con le Sette storie gotiche. Una raccolta di storie, sulla scia della miglior letteratura ottocentesca del genere, intrise di fantasmi, figure e situazioni con sfondo sovranaturale. Così è anche per il racconto I SOGNATORI. Protagonisti Lincoln e Pellegrina Leoni, grande cantante d’opera che, dopo un incendio alla Scala di Milano, perde la voce e decide di vivere, lontano dalla scena. Pellegrina che non si ritrova nella propria personalità fugge da tre uomini, a cui si è presentata con tre nomi e personalità diverse (tra cui quello Olalla citata nel testo), e solo alla fine, quando rivela la sua vera identità ritrova la pace con se stessa, e muore mentre canta l'ultima canzone.
“Comperai un carrozzino con un cavallo, e con esso ci recavamo per Roma e la Campagna Romana, spingendoci sino a Frascati e a Nemi. Cenavamo nelle piccole osterie, e al mattino presto, a volte sostavamo per strada, lasciando pascolare il cavallo sul ciglio, intanto che noi, seduti sull’erba, vuotavamo una bottiglia di vinello rosso aspro e fresco e mangiavamo uova sode e mandorle, guardando i corvi che roteavano numerosi sulla gran piana, e le cui ombre, sulle erbe basse, spesso correvano a fianco della nostra carrozza. Una volta in un villaggio da un balcone assistemmo a una festa: nella notte serena, una fontana era illuminata tutt’attorno da lampioncini alla veneziana.(…)S’era a settembre; un bel mese a Roma. LA natura comincia a dorarsi, ma l’aria è pura come acqua montanina, e pare strano che sia pieno d’allodole, le quali là cantano d’autunno. Olalla godeva di tutte queste cose. Adorava l’Italia, e s’intendeva molto di ghiottonerie e vini. A volte, gaia come un arcobaleno, in scialle di cachemire e piume, si vestiva come la mantenuta d’un principe, e non v’era lady inglese capace di starle al pari. Altre volte invece s’adornava del fazzoletto di tela delle “ciociare” e ballava alla campagnola nei villaggi: e invano avreste cercato una ballerina più robusta e graziosa (…)” Da I Sognatori di Karen Blixen,in Sette Storie gotiche

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