Paesaggio e patrimonio culturale in continuo deterioramento anche nel Lazio: l'allarme tra le righe del rapporto Bes Istat



Come ogni anno l’Istat ha pubblicato recentemente il Rapporto Bes 2016: il benessere equo e sostenibile in Italia, e tra gli ambiti analizzati figura anche quello del Paesaggio e del Patrimonio Culturale. Il quadro tracciato è significativo. Non c'è da stare sereni non solo per quanto significano i dati ma sopratutto per il grande lavoro di sensibilizzazione che c'è da fare per salvaguardarlo. Ciò che emerge dagli indicatori non sono solo difficoltà ma soprattutto arretramenti, in parte riconducibili alla lunga crisi economica. Forti le disparità regionali riferibili alle politiche pubbliche: nella spesa comunale per la gestione del patrimonio culturale,  nella diffusione dell’abusivismo edilizio, nell’insoddisfazione per il paesaggio del luogo di vita  e nella preoccupazione per il deterioramento del paesaggio (più sentita al Nord).

Si riduce la spesa pubblica destinata alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale e continua a crescere il tasso di abusivismo, che denuncia difficoltà nella capacità di governo del territorio e la sottrazione di una quota crescente dei processi di urbanizzazione al controllo della legalità. Il numero degli edifici costruiti abusivamente supera il 30% della produzione legale. Un trend preoccupante che caratterizza anche il Lazio dove  si registrano incrementi significativi passando dal 19,6% al 22,4%).
La quota di popolazione insoddisfatta per la qualità del paesaggio del luogo di vita, aumenta, soprattutto tra i giovani ,e più di un italiano su cinque ritiene di vivere in luoghi “affetti da evidente degrado”: passando dal 20,1% del 2014 al 22,1% dello scorso anno. Nel centro Italia la preoccupazione per il degrado del Paesaggio sfiora il 30%, con un incremento di circa il 4% tra 2014 e 2015. Aumentando in soli dodici mesi dal 26% al 29,9%. La popolazione laziale si mostra la meno sensibile all’aumento eccessivo delle costruzioni. Un tema su cui bisognerebbe forse sensibilizzare maggiormente la cittadinanza.  Forti le disparità regionali riferibili alle politiche pubbliche: nella spesa comunale per la gestione del patrimonio culturale,  nella diffusione dell’abusivismo edilizio, nell’insoddisfazione per il paesaggio del luogo di vita  e nella preoccupazione per il deterioramento del paesaggio (più sentita al Nord).

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