FRASCATI IN TOUR 2 - ROBERT HENRY CHENEY, SIR WALTER SCOTT A VILLA MUTI


Villa Muti, Robert Henry Cheney
La bellezza di questa villa incantevole mi fa venire una gran voglia di prenderla in affitto per un lungo periodo, e convinto come sono di non poter vivere da nessun’altra parte se non in Italia, ho quindi iniziato una trattativa con M.me Muti per affittarla per tre anni.) (…)M.me Muti alla fine accetterà le mie condizioni. 150 piastre l’anno per tre anni. È davvero una gioia evitare il trasloco e tutte le noie che mi aspettavo. (diario Fox 7/8 ott. 1828).
Ogni cerchia intellettuale nazionale, a Frascati aveva i suoi luoghi d’elezione: i tedeschi  villa Falconieri gli inglesi  Villa Muti. Negli anni intorno al 1830 ad abitarla fu il colto e agiato pittore Robert Henry Cheney con suo fratello  Edward e la sua cerchia, non tanto di artisti quanto di giovani intellettuali destinati alla politica. E dai diari di due di loro, Henry Edward Fox (1802-1859) che affitta la vita insieme al pittore e che di lì a poco intraprenderà una brillante carriera diplomatica tra Torino, Firenze e l’Olanda  (segretario d’ambasciata a Torino dal 1832 al 1835 e a Firenze dal 1839 al 1846, nonché quarto barone d’Olanda dal 1840) e poi  dai diari del noto diarista politico Charles Greville  (traduzione sulla rivista Castelli Romani, a cura di Stefano Paolucci) che possiamo rivivere uno spaccato di vita in villa di quegli anni.
La nostra vita a Villa Muti è così monotona che non succede nulla di cui scrivere. Ci alziamo presto, leggiamo tutto il mattino la “Storia “di Gibbon, pranziamo alle tre, ogni pomeriggio andiamo in carrozza a Mondragone e a Grotta Ferrata, e alla sera leggo […] mentre la signora Clephane narra lunghe storie della tradizione scozzese o espone qualche oracolare banalità.”( Diario Fox  19-22 giugno 1828). La villa era stata affittata per tre anni e a quella monotonia, presto subentrò il piacere di ricevere e passeggiare soprattutto quando sta per arrivare la primavera come il 24 marzo del 1830 in cui Fox annota: “Ogni volta che vengo qui mi godo sempre di più questo posto. La mattina è una vera delizia. Non conosco panorama così bello come quello che ammiro dalle mie finestre e dal giardinetto. Ho dedicato l’intera mattinata a sistemare i miei libri e il mobilio.  Sono i giorni in cui a Grottaferrata, a poco più di un miglio di distanza dalla villa si svolge la famosa Fiera , attrazione e richiamo per villani e villeggianti, paesani e stranieri.. E il 25 marzo alle otto di mattina arriva da Roma sul suo cavallo arabo  il principe Musignano.“Era venuto – annota Fox- per pranzare con M.me Muti e vedere la fiera di Grotta Ferrata. All’allegra brigata naturalmente si aggiunge lo stesso  diarista e partono..(…) L’ambiente era molto allegro, grazioso e affollatissimo di persone, tutte vestite con colori sgargianti, e vi regnavano un ordine e una tranquillità perfetti. Le merci più stimate sono i cavalli abruzzesi, oltre al bestiame, ai cavalli, agli asini ecc. ecc.” Una settimana dopo ecco arrivare a villa Muti un altro illustre ospite.
Il 31 marzo 1830, Charles Greville parte in carrozza da Roma con Cheney e Hamilton per andare a trovare Henry Fox a Villa Muti: Appena arrivati, Cheney e io siamo andati a piedi a Grotta Ferrata per vedere gli affreschi del Domenichino. Il convento dista circa un miglio e mezzo, è grande, in passato fu ricco, pieno di monaci e una fortezza; fu anche il teatro di vari miracoli compiuti da San Nilo, il fondatore e santo patrono; ora è tenuto da pochi miseri frati e parte di esso è concesso al principe Gagarin, il ministro russo, come residenza privata. Domenichino vi cercò e trovò asilo in seguito a qualche crimine che aveva commesso o a qualche deb-to in cui era incorso; egli vi rimase per due anni e in cambio dell’ospitalità dei monaci adornò la loro cappella con gli affreschi (alcuni ritengono) più belli del mondo. Sono quadri splendidi, e tutti di suo pugno.Pranzarono con noi Ortensia(Hortense de Beauharnais (1783-1837) figlia adottiva di Napoleone n.d.r.),l’ex regina d’Olanda; suo figlio il principe Luigi Napoleone; la sua signora, Lady Sandwich e sua figlia (Lady Catherine Caroline Montagu, n.d.r.)  (m. 1834), Cheney, Hamilton, Lord Lovaine e Fordwich. Desinammo in giardino, ma c’era troppo vento per una fete campestre. Ortensia non è affatto così brutta come m’aspettavo, del tutto scevra da modi affettati e allegra, e non si dà arie regali. La sola differenza tra lei e chiunque altro è stato che, dopo pranzo, quando s’è alzata da tavola, il suo servitore le ha portato una vaschetta lavadita e dell’acqua, cosa che nessun altro ha avuto. Si fa chiamare Madame. (Diario Grenville 1 aprile 1830)  Greville ritorna ai Castelli un paio di settimane dopo, compiendo un giro turistico del territorio compreso tra Castel Gandolfo e Genzano. Infine, ai primi di giugno, torna di nuovo a Frascati, dove visita alcune ville e da cui s’incammina per salire fino al Tuscolo. Il 2 giugno Grenville annota:
“Appena tornato da Frascati con H. R.– gita piacevolissima. Andati alla Locanda, un albergo invero esecrabile, ma abbiamo pranzato ottimamente con un pasto che avevamo avuto la lungimiranza di portare con  noi. Prima di pranzo siamo andati alla Villa Conti, che ha un parco stupendo, con begli alberi e tanta ombra, nonché una delle più incantevoli cascate d’acqua che abbia visto. Nella casa non siamo entrati, ma da fuori sembrava piccola. Poi alla Villa Marconi, priva di giardino, ma una dimora magnifica e l’unica che appaia ben tenuta e abitata. La casa Marconi nel parco Conti sarebbe perfetta. Dopo pranzo, al Tuscolo: una bellissima passeggiata all’ombra, con panorami magnifici sulla Campagna da un lato e Monte Cavo, Rocca di Papa e i Prati d’Annibale dall’altro. I resti al Tuscolo sono quasi inesistenti: parte di un teatro, di un acquedotto e delle mura. Credo che la città sia stata distrutta da papa Celestino III  (1191), al fine di estirpare una banda di ladri che da tempo infestava la campagna e aveva fatto di Tuscolo la propria roccaforte – ma non ne sono sicuro. Tutto il paesaggio qui intorno è bellissimo, e l’aria è eccellente, tanto che non si può immaginare una residenza più perfetta. Alla Villa Belvedere, del principe Aldobrandini, deserta e negletta, ma molto divertente, piena di puerili giochi d’acqua, ma una bella dimora, che si può affittare per 150 sterline l’anno e si potrebbe rendere molto confortevole. Qui il benessere è nell’aria e nella frescura, e un canapè su cui sdraiarsi è tutto ciò che occorre. Ecco il Monte Parnaso, con l’acqua che aziona un organo e fa emettere ad Apollo e alle Muse dei suoni spaventosi, e un Tritone che soffia in un corno e produce un rumore assai discordante. Mi sono imbattuto in Lady Sandwich e con lei sono rientrato per il tè in una villa che appartenne al cardinale York. Vi sono gli stemmi reali d’Inghilterra, un busto del cardinale e un ritratto di suo padre o di suo fratello. Siamo anche andati alla Rufinella, dalla quale si gode una vista incantevole: questa fu la villa di Luciano Bonaparte. nonché la scena di quella storia sulla cattura di un pittore e di un intendente da parte dei banditi, i qua-li li prelevarono dall’uscio della villa e li portarono negli Abruzzi, che si possono scorgere dal terrazzo. Il cicerone che è venuto con noi (un tipo fastidioso e ciarliero) ci raccontò di aver fatto da guida alla regina Carolina  e che erano andati da lui per raccogliere prove contro di lei, e che lui aveva dichiarato di non saper nulla; ma disse anche che avrebbe potuto deporre qualcosa a sfavore della regina, avendola vista insieme a Bergami ed essendo stato testimone della loro intimità."
Gli ospiti di Robert Henry Cheney si susseguono e così nel 1832 ecco arrivare a Villa Muti anche Sir Walter Scott , già assai provato dalla sua malattia,  che apprezzò molto la villa e l'ambiente come ricorda il suo accompagnatore, Michelangelo Caetani, e lo stesso Cheney nelle loro note. Del resto Scott, sulle orme dei Cesari, aveva più volte sentito narrare da Lord Montagu, del suo viaggio e delle bellezze dei luoghi e della villa Muti quale residenza del Duca di York.
Villa Conti, R.H.Cheney 1832

 

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

CHI L'HA VISTO? LA FONTANA DI VERTUMNO A VILLA FALCONIERI

DALLA REGINA DI SARDEGNA AL CUSTODE DI TUSCOLO,LA STORIA DELLA CASINA FIRMATA VOSS

Le opere di Paul Ching Bor ispirate alle ville e alla storia di Frascati. Un omaggio a San Giuseppe Calasanzio