VILLA FALCONIERI; CORSI E RICORSI STORICI

Corsi e ricorsi della storia, tutta, anche quella tuscolana e delle sue ville. 
L’Invalsi ( Istituto di Valutazione del Sisitema educativo afferente al Miur), l’estate scorsa ha lasciato la prestigiosa sede di Villa Falconieri per approdare a Roma. Sede prestigiosa, villa Falconieri, ma fatiscente riportano resoconti appunti ed alcuni articoli di stampa relativi alla chiusura dell’Invalsi. Certamente  trasandati e degradati il giardino ed il laghetto che tanta parte, hanno avuto nella pittura e nella letteratura internazionale. 
Ecco cosa accadde nei primi 20 anni del secolo scorso dal punto di vita della proprietà della villa:
 
Dalla rivista mensile EMPORIUM, Agosto 1906  
 
                   “ La Germania ha acquistato la famosa villa Falconieri a Frascati e la ha destinata a sede della sua   Accademia romana di belle arti. I giornali hanno detto che l'acquisto è stato fatto da un ricchissimo banchiere israelita, il Mendelssohn- Bartholdy, discendente del famoso musicista tedesco, il quale l'avrebbe poi offerta all'Imperatore Guglielmo, ma non pochi suppongono che l'Imperatore stesso abbia immaginato e concluso l'acquisto, nascondendo la sua personalità sotto quella di un ricco banchiere. Ad ogni modo la famosa villa passa ora a sede di un'accademia artistica: i monaci trappisti che da alcuni anni vi dimoravano, e che avevano ridotto il palazzo e il giardino in uno stato di abbandono desolante, lasciano il posto ai giovani artisti che se in essa non creeranno dei capolavori (e, ahimè, l'arte tedesca di oggi non li lascia facilmente prevedere!) sapranno almeno ravvivarla e rispettarne la magnifica e secolare bellezza. Nella splendida corona di ville che si stendono sui colli Tusculani, ove sono ancora quelle degli Aldobrandini, dei Torlonia, dei Taverna, dei Mondragone, dei Lancellotti e dei Grazioli, la villa Falconieri tiene degnamente un posto d' onore. Essa appare ancora oggi come uno dei più mirabili.

(…)Tutte queste ville antiche sono oggi un po' abbandonate, un po' cadenti: la natura, domata e tenuta tanto tempo a freno, si ribella ora con audacia invincibile, avanza, si spinge per tutto, invade minacciosa i viali aperti, le larghe terrazze, le ampie scalee. Neppure noi amiamo questo abbandono, questa trasformazione: sulle vecchie cose che paiono morire, sulle statue mutile, sui bassorilievi che si sfaldano, sulle logge che sembrano crollare si afferma sempre più forte, sempre più giovanile l'energia indomita della natura. Le vecchie cose morenti acquistano un aspetto nuovo in questo trionfo della vita eterna, e tutto uno spirito nuovo sembra alitare in questo meraviglioso regno. Il silenzio e il mistero qui dominano indisturbati: la villa della gioia è divenuta a poco a poco una casa di doloranti sanno trovare un rifugio, una consolazione, un conforto in questa bellezza languida e desolata.(…)

Rifioriranno dunque nelle sue belle sale, per i suoi viali misteriosi i bei sogni d'arte che la villa pare è ancora questo distico che non suona male in un'accademia di giovani artisti tedeschi:

Ghetius hic faciem, gestus se pinxit et artem,
Sed magnum ingenium pingere non potuit.
 E per la nuova vita che fremerà pei viali della villa non suonerà più inutilmente la lode delle fresche acque rinnovate, scolpita in una roccia :
Rupe sub hac vaga lynipha fui sine nomine sed nunc
Rufina e domini nomine lympha vocor.
Ille etenim sparso latices collegit et undas
Hausit et extracto fornice clausìt aquas.
Ignibus et ferro domitam niUescere rupem
Ut foret hospitibus gratior inde suis.
Distractosque olim latices concrescere et ampia
Rursus Alexander surgere mole iubet.
 Come in città l'Accademia di Francia e quella di Spagna e fra poco anche l'Americana, stringono più forti i vincoli di simpatia e di amicizia fra l'Italia e le nazioni che a noi chiedono il sole delle glorie antiche, così la nuova Accademia tedesca sulle pendici dei colli Tusculani non sarà un' istituzione inutile né alla Germania né all'Italia. Quella potrà esporre innanzi agli occhi dei suoi giovani artisti lo spettacolo eterno della natura, perennemente rinnovantesi, eternamente giovanile, e l'ammonimento, se pur non sarà molto proficuo, non sarà inutile a tante energie che si pèrdono: a noi questa nuova colonia straniera dà ancora un po' 1' illusione di Roma caput munndi

 Quindici  anni dopo, finita la Grande guerra ,il Regio Decreto del . 10 aprile 1921 n. 470 stabiliva, in conformità ai Trattati di pace di Versailles e di Saint-Germain, la devoluzione di Villa Falconieri  al Demanio dello Stato dei beni appartenenti, all'entrata in vigore degli stessi Trattati, a sudditi della Germania o dell'ex Impero d'Austria-Ungheria. Tra i beni ai quali tale Decreto era applicabile rientrava anche la Villa Falconieri in Frascati, proprietà personale dell'ex Imperatore tedesco Guglielmo II, come risultava dai registri catastali. Ma per evitare la confisca, l'Ambasciatore tedesco a Roma, Beremberg Gossler, indirizzava il 26 settembre 1921 una nota al Ministro degli Esteri, Sforza, nella quale affermava:
«L'Ambasciata di Germania crede utile di comunicare al Regio Ministero degli Affari Esteri, che detta Villa deve essere considerata come proprietà dello Stato prussiano. Una confisca della Villa toccherebbe dunque i diritti di questo Stato». (Beremberg Gossler a Sforza, Roma, 26 settembre 1921, ASE, Aff. Priv., I, 14)
In tal modo, si sarebbe esclusa la natura di bene privato della Villa e, quindi, l'applicabilità del R.D. n. 470. Il trattato di Versailles, infatti, menzionava solo la facoltà delle Potenze Alleate di confiscare i beni privati. Sforza chiedeva quindi un parere in merito al Delegato italiano alla Commissione delle Riparazioni, D'Amelio, il quale, il 6 ottobre 1921, così rispondeva al nuovo Ministro degli Esteri, Tomasi della Torretta:
«Trattato di Versailles non autorizza confisca dei beni appartenenti Stato o Corona tedeschi esistenti antico Regno. Questi beni sono stati confiscati da alleati in base diritto internazionale tempo guerra. In tal modo Francia ha incamerato palazzo Galliera sede ambasciata d'Austria. Secondo avviso prevalente art. 297 trattato di Versailles si occuperebbe solo beni privati appunto perché principi generali diritto guerra bastano per beni stato. In tal modo si eliminerebbe contraddizione esistente trattato che autorizza confisca beni privati ex nemici e non tocca beni pubblici ex nemici. Se nostro Governo non abbia provveduto prima armistizio si dovrebbe esaminare se non possa equipararsi confisca a sequestro qualora sia stato imposto. In ogni caso va da sé che i beni personali Imperatore o Principi Case Reali sono colpiti dall'art. 297 trattato di Versailles». (D'Amelio a Tomasi della Torretta, Parigi, 6 ottobre 1921, h. 17.40,
Il 9 novembre 1921, Beremberg Gossler inviava a Tomasi della Torretta una nota così redatta:
«Ho l'onore di comunicarle che sono ora informato ufficialmente dal Procuratore Generale dell' ex Imperatore tedesco della rinunzia di questo ultimo al suo possesso alla Villa Falconieri a Frascati. Contemporaneamente il Procuratore Generale mi ha mandato una lettera indirizzata all'Avvocato Boschi-Hüber, del seguente tenore: "D'ordine di Sua Maestà il già Imperatore e Re Guglielmo II e legittimato per mezzo di una procura generale della quale accludo una copia legalizzata, La prego di provvedere al più presto possibile alla voltura della Villa Falconieri presso Frascati sul nome del Fisco prussiano nelle forme necessarie in accordo con le leggi italiane"». (Berengerg Gossler a Tomasi della Torretta, Roma, 9 novembre 1921,)
Ciò nonostante, il Ministro dell'Industria e del Commercio, Belotti, disponeva il sequestro di Villa Falconieri, ordinato dal Prefetto di Roma con provvedimento del 23 novembre 1921. In una relazione al Ministro dell'8 dicembre 1921, l'Ufficio Trattati e Conferenze del Ministero degli Esteri faceva presenti le insistenze dell'Ambasciatore tedesco affinché la Villa fosse restituita al suo Governo, nei seguenti termini:
«Prosegue l'Ambasciatore insistendo nella sua tesi che la villa non possa esser confiscata neanche in base al disposto dell'art. 297 b) del Trattato di Versaglia, perché è e deve ritenersi di proprietà del demanio prussiano [...]. In base al trattato di Versaglia, possono confiscarsi i beni personali dell'ex imperatore e dei principi, non quelli appartenenti allo Stato ed alla Corona tedeschi, i quali ultimi sono stati confiscati dagli alleati in base al diritto internazionale del tempo di guerra. [...] In questo stato di cose, l'Ufficio chiede a V.E. istruzioni, esprimendo il sommesso parere che, ove non si voglia informare la decisione a criteri di opportunità politica interna od estera, che esulano dalla propria competenza, e si voglia, invece, informare tale decisione a criteri strettamente giuridici, sia opportuno di pregare S.E. il Ministro dell'Industria e Commercio di ordinare, in via riservata, delle indagini allo scopo di accertare quale giuridico fondamento possano avere le deduzioni dell'Ambasciata di Germania, dal momento che la villa risulta al catasto intestata all'ex Imperatore, e che non sono state osservate pel suo trapasso - se vero - allo Stato prussiano, le forme di pubblicità stabilite dal nostro diritto civile per trasferimento degli immobili da persona a persona». (Palombo a Tomasi della Torretta, Roma, 8 dicembre 1921)
Pertanto, il 29 dicembre 1921, Tomasi della Torretta così scriveva a Belotti:
«Mi pregio portare a conoscenza di V.E. che l'Ambasciata germanica ha informato che il Procuratore Generale dell'ex Imperatore Guglielmo ha rinunciato al suo possesso della villa Falconieri in Frascati, ed ha dato incarico all'avvocato Boschi-Hüber di provvedere alla voltura della predetta villa sul nome del Fisco prussiano nelle forme necessarie in accordo con le leggi italiane. Ritengo che un simile tardivo provvedimento non potrebbe avere alcuna efficacia, e che, ad ogni modo, la cosa costituisca la prova migliore che all'epoca dell'entrata in vigore del trattato di Versaglia non vi era stata rinunzia da parte dell'ex imperatore: per cui la villa era da considerarsi di proprietà personale di lui, e, quindi, confiscabile a norma dell'art. 297 del suddetto trattato». (Tomasi della Torretta a Belotti, Roma, 29 dicembre 1921)
Il 19 aprile 1923, il nuovo Ministro dell'Industria e del Commercio, Rossi, trasmetteva al Ministro degli Esteri ad interim, Mussolini, il parere espresso sull'argomento dal Comitato per la sistemazione dei rapporti economici dipendenti dai Trattati di pace, del seguente tenore:
«Dovendosi ammettere la persistenza del diritto di proprietà nell'Imperatore Guglielmo rendonsi applicabili l'art. 297 lett. b del Trattato di Versailles e le disposizioni del R. D. 10 aprile 1921 N. 470, che dispone la devoluzione al demanio dello Stato italiano dei beni privati tedeschi. Basta poi appena accennare che il diritto a tale devoluzione acquistato dall'Italia con effetto della data del decreto stesso, non potrebbe venire in alcun modo pregiudicato dal successivo atto 9 agosto 1921 col quale l'ex Imperatore Guglielmo dichiarava di rinunziare a favore della Repubblica prussiana ad ogni suo diritto sulla villa Falconieri. Per tali considerazioni il Comitato esprime parere contrario all'accoglimento della istanza dell'Ambasciata germanica concernente la villa suddetta». (Parere del Comitato del Ministero per l'Industria e il Commercio per la sistemazione dei rapporti economici dipendenti dai Trattati di Pace, Roma, 20 dicembre 1922, all. a Rossi a Mussolini, Roma, 19 aprile 1923)
Accogliendo il parere del Comitato, Mussolini inviava al nuovo Ambasciatore tedesco a Roma, von Neurath, la seguente Nota Verbale
«Il Regio Ministero degli Affari Esteri ha l'onore di portare a conoscenza dell'Ambasciata di Germania che le regie autorità competenti hanno opinato che si debba ritenere ormai definitivamente devoluta al Demanio dello Stato italiano la villa Falconieri in Frascati, ai sensi del R.D. 10 aprile 1921, n. 470. Basta all'uopo osservare che, secondo la legge italiana, la prova legale della proprietà non può derivare che dalla trascrizione, la quale - nel caso in ispecie - risulta in vero solo a nome dell'ex Imperatore Guglielmo». (Nota Verbale consegnata da Mussolini a von Neurath, Roma, 4 giugno 1923)

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