PAPA FRANCESCO E BEATA TERESA CASINI DA FRASCATI
"Ieri, a Frascati
- ha detto il Santo Padre domenica scorsa all'Angelus - è stata proclamata
beata madre Teresa Casini, fondatrice delle Suore Oblate del Sacro Cuore di
Gesù. Donna contemplativa e missionaria - ha sottolineato -, ha fatto della sua
vita un'oblazione di preghiera e di carità concreta a sostegno dei sacerdoti.
Ringraziamo il Signore per la sua testimonianza". Voleva diventare Santa, lo ripeteva sin
da quando era ragazzina. Teresa Casini, è stata beatificata sabato scorso,
nella sua città natale, Frascati, dal Cardinal Angelo Amato, rappresentante di
Papa Francesco e Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Una
funzione difficile da capire, lontana anni luce dal vivere quotidiano, eppure
un occasione mancata di conoscenza sopratutto per le donne, anche per chi, come
me non è certamente un campione di fede. Che la Chiesa abbia riconosciuto
l’operato di una donna che voleva a tutti i costi curare le piaghe di
un’umanità ferita, in particolare quella dei sacerdoti, già a fine Ottocento,
la dice lunga sui corsi e ricorsi della storia, e certamente letta in nuce, la
dà una notevole attualità.
«Dare alla Chiesa santi sacerdoti» fu il suo
obbiettivo che raggiunse con la sua “pedagogia vocazionale”, fondando i
preseminari e i collegi dei Piccoli Amici di Gesù . Allora, come oggi, la
Chiesa era scossa dai tanti mutamenti sociali e politici che si andavano
profilando e gli scandali non mancarono neppure a quei tempi, ma lei devota al
Sacro Cuore, dopo un periglioso inizio di vita claustrale, dopo anni in cui non
riusciva a prendere i voti, alla fine riuscì nel suo intento, quello di formare
nuove e “pure” vocazioni sacerdotali. Un intendo certamente difficile da
comprendere oggi. Teresa, nata nel 1856 da una famiglia agiata frascatana perse
il padre da bambina a 9 anni, e certamente quest’esperienza d’assenza luttuosa
lasciò un profondo ed indelebile segno nella sua vita. Infatti fu il padre,
ingegnere, ad avviarla alla fede e alla misericordia nei confronti dei poveri,
insegnandole la carità. La madre, altoborghese colta di origini belghe,
desiderava per la figlia, un bel matrimonio, ma la giovane alla fine scelse la
totale devozione a Cristo.
Il suo noviziato fu particolare: abbandonata la
clausura per motivi di salute, il suo padre spirituale, l’abate Pellegrini
dell’Abazia di San Nilo , le trovò un gruppo di donne in cui poteva vivere
momentaneamente da laica consacrata in una casa privata, praticando le
preghiere. Divenne poi, l’animatrice di un gruppo di donne che scelsero di
sottrarsi al mondo e chiamarsi le “Vittime del Sacro Cuore”, ma nel 1910, le
religiose abbandonarono la clausura per l’apostolato attivo e divennero le
Oblate del Sacro Cuore di Gesù. Di Suor Teresa lei poco si sa nonostante abbia
poi speso la sua vita tra Frascati e Grottaferrata. Certamente una donna
comunque da annoverare tra le figure “notevoli” del territorio, da conoscere
almeno storicamente: ma tra le “notabili” tuscolane di oggi, sabato scorso, non
c’era nessuna, o quasi. Un occasione persa per le donne comunque esse la
pensiono in fatto di fede, socialmente e politicamente.
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