UNA WUNDERKAMMER PER I CASTELLI ROMANI E IL "MERAVIGLIOSO" IRROMPE A FRASCATI NELLA NUOVA GALLERIA THEODORA
Interno della Galleria Theodora a Frascati |
"È del
poeta il fin la meraviglia" scriveva, circa quattrocento anni fa
il Cavalier Giambattista Marino (1569- 1625), uno dei più importanti esponenti
della poesia barocca. Il cavalier Marino vissuto negli anni di Caravaggio,
Domenichino, Guido Reni e dei Carracci, solo per citare i più famosi, continuava
dicendo “..parlo dell'eccellente e non del goffo, / chi non sa far stupir, vada
alla striglia”. Poi, con il correre del tempo, “il fin” sarebbe mutato,
diventando dapprima “la sorpresa”, “il sentimento”, “l'emozione”, “l'ideale” ,
“la realtà”, “il sociale”, “la pittura stessa”, per arrivare, ad oggi che
potremmo definirlo “gioco dell'intelligenza”, “la riflessione”, “il far
pensare”. Ecco, tutto questo è ciò che si vive e respira entrando nelle sale
della nuova galleria Theodora di Claudio
Tosti e Loretta Polidori,.
una wunderkammer |
La Galleria Theodora appena inaugurata a Frascati, in
via XX Settembre 38, come un tempo le wunderkammer
saprà dare un nuovo e significativo impulso a curiosi, collezionisti ed
esperti d'arte con la consueta eleganza dei padroni di casa. Ed i rari oggetti
esposti ben esprimono il punto di vista dei due noti antiquari tuscolani: si va da una rarissima stampa cinquecentesca ai
preziosissimi vetri Decò, passando per tavole umbre e tele dell’ottocento
romano. La Galleria, aperta in uno dei palazzetti gioiello di Frascati con un’
importante storia alle spalle che affonda le sue radici ai tempi di Agrippina, apre
la nuova sede con una mostra su “Bartolomeo Pinelli Romano.
Cinquanta costumi
pittoreschi incisi all'acqua forte dal famoso artista. Una scelta scontata,
parrebbe se non si conoscesse bene la storia dell’artista ottocentesco
appassionato dell’antico e quella del Palazzo Lugari di Frascati. L’edificio,
sino ad oggi chiuso al pubblico, infatti, era già noto agli antiquari
ottocenteschi per il rinvenimento di oggetti attribuiti ai tempi di Agrippina, che
nel XIX secolo, assurse agli onori delle
cronache come dimora dell’esule Francesco Sturbinetti ministro
della mazziniana Repubblica Romana, ritratto in un busto al termine della bella
scala neoclassica che oggi porta dal piano terra alle sale superiori della
Galleria. (vedi oltre)
L’edificio che poi fu Cardinali Lugari passò poi ai privati, oggi il
palazzetto, anche grazie alla proprietà che potremmo definire “ illuminata”, sarà
certamente punto di riferimento per quanti amano il bello. Una luogo in cui
passioni, arte e cultura tornano protagoniste della scena tuscolana. Un luogo della meraviglia e dello stupore che nulla ha da invidiare alle grandi gallerie antiquarie londinesi. Visitarla sarà comunque una grande esperienza ravvicinata con il bello, e attenzione alla sindrome di Stendhal!
Per saperne di più su FRANCESCO STURBINETTI (da Treccani e altro)
Francesco Sturbinétti-
Patriota (Roma 1807
- Frascati 1865). Avvocato della Sacra Rota, prese parte
al movimento per le riforme sotto Pio IX e, nel primo ministero laico dello Stato
pontificio (1848), fu ministro dei Lavori pubblici, poi della
Giustizia. Dimessosi il ministero dopo l'allocuzione papale del 29
aprile, fu deputato (1848) e presidente della Camera;
votò alla Costituente per la repubblica ed ebbe il ministero dell'Istruzione (1849) e il comando della Guardia Nazionale. Visse poi esule
fino al 1857. Nell’Armeria Superiore di Castel sant’Angelo
a Roma, in una vetrina della prima sala, dedicata all’esercito pontificio e a
quello italiano dell’Ottocento, è esposta l’uniforme blu di Francesco
Sturbinetti, che fu Senatore di Roma e generale della Guardia Nazionale durante
la Repubblica Romana del 1849.
Avvocato della Sacra Rota, aveva preso parte al
movimento per le riforme sotto Pio IX. Durante il primo ministero laico dello
Stato Pontificio fu prima ministro dei Lavori Pubblici, poi della Giustizia. Dopo
la caduta della Repubblica Romana, per votato, nell’assemblea costituente del
’49, l’abolizione del potere temporale dei Papi gli costò l’esilio. Poté
tornare in patria solo il 7 settembre del 1857, con l’imposizione però di
soggiornare a Frascati. Sturbinetti morì a Frascati nel 1865, ad appena
cinquantotto anni e fu sepolto a Roma, nella navata destra della chiesa dei SS.
Giovanni e Paolo. La lapide ricorda il perdono pontificio: "Abreptus et
exsul studio rerum novarum anno MDCCCXLIX, reditus veniam a pontifice maximo
consecutus est".
Commenti
Posta un commento