GIOVANNI CIMINELLI, DALLA CAMPAGNA TUSCOLANA ALL’OPERA
Frascati e Monteporzio
sono assai vicini e durante la guerra gli sfollati non avevano certa residenza,
cosi la famiglia di Giovanni Ciminelli
si era rifugiata con la mia in contrada Calandrelle, vicino Pilozzo. Giovanni
era giovane, nato nel 1929, come tanti ragazzi che si trovavano li a lavorare
la campagna per sbarcare il lunario di una vita difficile e di stenti come
poteva esserlo sotto le bombe del 1943. La sua voce stava cambiando come tutti
gli adolescenti fanno intorno ai 14 anni, E la voce di Giovanni si faceva già
riconoscere, tenorile, e non è difficile immaginarlo cantare tra un filare di
viti e l’altro. Poi finalmente arrivano i giorni della ricostruzione, inizio a
studiare a tempo perso musica, indirizzando la voce come baritono, e Giovanni
nel 1957 si presenta all’Opera di Roma per una selezione. La sua voce era
potente anche se gli mancavano solidi studi venne selezionato iniziando così
una solida carriera interpretando numerose opere verdiane. Un rapporto quello
con l’Opera di Roma che andrà avanti per decenni anche nelle stagioni estive di Caracalla. Silvana
Pampanini, innamorata della sua voce, spesso si incontrava nel retropalco. Nel
1959 calcherà le scene della Scala di
Milano interpretando il Faraone in Mosè in Egitto, e poi alla Fenice di Venezia
per poi spiccare il volo negli Stati Uniti all’ Hartford Opera, per poi
rientrare allo Stratisferio di Macerata. Nel 1961 per il Centenario dell’Unità
d’Italia prende canta nel Nabucco. Insomma in tutti i veri templi della musica
operistica. Numerosi i ruoli che ha interpretato nella Carmen, la Traviata,
Simon Boccanegra, Lucia di Lammermoor, Aida, il Trovatore, la Cavalleria
Rusticana in una parola tutto il repertorio operistico. Schivo e con un carattere
ancora saldamente legato alle sue campagne muore nel 2002.
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