I TRIONFI CARNASCIALESCHI DI PAPA PAOLO III



Thomas, costumi carnevaleschi
Ricchezza e opulenza a Roma si mostravano soprattutto a Carnevale. L'abbondanza mostrata in occasione dei festeggiamenti potevano dare al giudizio popolare l'impressione di una diffusa prosperità e munificenza del Papa. Insomma l’applicazione classica del detto latino e sempre valido del : “panem et circenses".
Nella Roma traumatizzata dalle tristi vicende del Sacco del 1523, il carnevale non venne quasi più festeggiato fino all'elezione di Papa Paolo III Farnese, papa dal 1534 al 1549, a cui Frascati deve il suo riassetto urbanistico e naturalmente anche la tradizione del Carnevale.
Paolo III colse per tre volte (nel 1536, nel 1539 e nel 1545) l'occasione di dare sfoggio di magnificenza durante il Carnevale utilizzando alcuni tra i migliori artisti del tempo per realizzare apparati e carri trionfali decorati con pitture e sculture, capolavori effimeri di cui ci resta poco.
Papa Alessandro Farnese, uomo di grande cultura, nato nel 1468, allievo dell'umanista Pomponio Leto ed educato alla corte di Lorenzo il Magnifico, amava le commistioni tra il mondo classico e il mondo cristiano ed era uno dei più tenaci difensori dell'idea della continuità della grandezza della Roma dei Cesari e della Roma dei papi. Le sfilate dei carri trionfali, erano quindi spunto per esaltare il Papa, la sua famiglia e la sua politica con riferimenti biblici, allusioni alla storia antica e citazioni dalla mitologia.
Le sfilate erano organizzate come dei veri e propri trionfi antichi e presentavano in ordine di parata il Capitano del Campidoglio, i Conservatori, I Caporioni, i rappresentanti delle diverse arti e le rappresentanze dei rioni della città. I riferimenti simbolici ricorrenti degli apparati trionfali dei carnevali di Paolo III erano quelli alla lotta contro i turchi che minacciavano le coste italiane e la stessa Roma, alla lotta contro i luterani che minacciavano l'unità della Chiesa e alla politica papale di mediazioni e di pacificazione tra il re di Francia e l'imperatore.
Il carnevale del 1536 fu dedicato alle gesta dell'antico console romano Paolo , nel 1539, invece, i festeggiamenti commemorarono il recente matrimonio tra Margherita d'Austria, figlia dell'imperatore Carlo V e Ottavio Farnese nipote del Papa. Ogni rione dedicò un carro allegorico a quell’evento e quello del Rione della Regola, sormontato da un gran sole alludeva direttamente al papa così come la luna alludeva all'imperatore.
Pinelli, Il Carnevale
La simbologia indicava l'antica teoria del sole e della luna che accreditava la superiorità del papa sull'imperatore; secondo questa teoria, infatti, l'imperatore riceveva il proprio potere dal papa come la luna riceve la sua luce dal sole. Paolo III, dunque, celebrava le nozze del nipote ma non perdeva l'occasione (anche durante i festeggiamenti del carnevale) per ribadire l'importanza del suo ruolo di arbitro della politica europea e di capo della Chiesa.
L'ultimo grande carnevale del pontificato di Paolo III fu quello del 1545, in cui sfilarono quattordici carri, (quelli di tutti i rioni della città e quello del papa), ancora una volta tutti dedicati alla pace tra i principi cristiani, e alla lotta contro i turchi e gli eretici.

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